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Tatuaggi ed epidurale

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Tatuaggi ed epidurale

Nel mondo occidentale, oggi si registra la presenza di almeno un tatuaggio con una frequenza che varia del 15 al 25% degli adulti, e la percentuale sale ad oltre il 35% nei giovani tra i 20 e i 30 anni. Si tratta per la maggior parte (dal 60 al 70%) di persone di sesso maschile, ma la percentuale di persone di sesso femminile è in rapida crescita. Conseguentemente, un numero considerevole di donne in gravidanza può avere tatuaggi.

Questi dati sono importanti per avere un’idea sulla frequenza con cui la presenza di un tatuaggio in zona lombare può porre un problema di valutazione medica nel caso di richiesta di analgesia del parto spontaneo con tecnica peridurale. Infatti, la zona lombare tatuata può coincidere con la zona di puntura attraverso la quale si esegue la parto-analgesia con tecnica peridurale. A seguito di peridurale praticata nella zona del tatuaggio, nel momento in cui viene effettuata la puntura attraverso la cute della zona lombare, si aggiunge il rischio che l’ago possa veicolare alcune particelle del pigmento del tatuaggio all’interno del canale vertebrale. È importante sottolineare che, anche se in letteratura nessun danno è stato finora riportato come certamente dovuto a questo rischio specifico, il trasporto, attraverso l’ago, di particelle di tessuto (e quindi, in teoria, potenzialmente anche del pigmento) in siti più profondi è stato dimostrato.

Questo rischio potrebbe creare le condizioni per il verificarsi di più o meno gravi danni da irritazione, infiammazione e/o infezione dei rami nervosi che, partendo dal midollo spinale, decorrono in questo canale. Da notare che questi danni potrebbero in teoria essere anche tardivi, cioè verificarsi a distanza di tempo.

Senz’altro di minor rilievo, ma da non sottovalutare, per possibili implicazioni di natura estetica, il rischio che un ago inserito attraverso un tatuaggio può creare una piccola cicatrice che altera il disegno del tattoo.

Per evitare questo rischio teorico, è prudente che il medico specialista che esegue l’analgesia per il parto spontaneo (o l’anestesia per il parto cesareo) con tecnica peridurale eviti la puntura attraverso il tatuaggio. In alcuni casi questo è possibile, p. es. selezionando uno spazio intervertebrale con cute sovrastante libera, o eseguendo la puntura attraverso una zona di cute libera da pigmento all´interno dell’area del tatuaggio, o utilizzando un approccio paramediano (di regola meno utilizzato per il maggior rischio di sanguinamenti).

Quando questi accorgimenti non possono essere attuati, le normali regole di prudenza portano a sconsigliare la tecnica analgesica o anestetica peridurale. Controindicazioni assolute sono invece i casi in cui la cute sede di tatuaggio, o le zone immediatamente vicine, presentano segni di infiammazione, e i tatuaggi recenti, nei quali il pigmento potrebbe non essere ancora stato del tutto assorbito dal sottocute, e nei quali in genere residua un’infiammazione dovuta alla reazione al pigmento stesso.

Naturalmente, per completezza di informazione, simili conclusioni valgono in generale, con alcuni distinguo da valutare caso per caso secondo il rapporto dei rischi rispetto ai benefici attesi, anche per le anestesie/analgesie neurassiali (peridurale e subaracnoidea – c.d.”spinale”) eseguite per altre indicazioni.

Da rimarcare, qualunque sia la scelta del medico specialista, che in ogni procedura sanitaria, specialmente se invasiva come nel caso della parto-analgesia con tecnica peridurale, la metodica da attuare dev’essere opportunamente preventivata già nella visita anestesiologica, eseguita per tempo e non nell’immediatezza del parto, previo consenso adeguatamente informato.

Adriana Paolicchi, Presidente SIARED

Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC

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