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Anestesisti Rianimatori in sciopero il 16 dicembre

Le motivazioni spiegate da Emanuele Scarpuzza, Presidente AAROI-EMAC Sicilia

La protesta dell’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) è la conseguenza del disagio della categoria per le difficoltà – dovute alla grave carenza di personale Anestesista Rianimatore – di garantire la tutela del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione.

L’attività dell’Anestesista Rianimatore fa parte dei servizi pubblici essenziali, ha l’obiettivo di salvare vite umane, sia nei reparti di Rianimazione, sia in Sala Operatoria, e ha l’obbligo della continuità assistenziale h24x365 gg. Il blocco delle assunzioni ha fortemente ridotto e penalizzato il personale in servizio che, per garantire la continuità assistenziale, è costretto a rinunciare al godimento delle ferie maturate, a rinunciare ai corsi di aggiornamento e ai congressi e ad effettuare servizio in regime di straordinario, che neanche viene retribuito.

In alcuni presidi ospedalieri – a causa del numero esiguo di Anestesisti Rianimatori – non è possibile garantire la Guardia attiva prevista per legge. Al suo posto si fa ricorso alla Pronta Disponibilità in maniera del tutto illegale. Noi chiediamo alle Istituzioni di essere messi in condizione di rispettare la Legge.

Molte sale operatorie sono, inoltre, sotto-utilizzate o addirittura inattive per mancanza di Anestesisti Rianimatori. 
Il ricorso alle assunzioni a tempo determinato non attrae più i giovani colleghi, che dopo essere stati formati nelle nostre Scuole di Specializzazione, preferiscono emigrare in altre nazioni europee (Francia, Germania, Inghilterra etc.), per evitare di rimanere precari a vita. A tal proposito il dato è evidente: nel 2014 sono stati autorizzati a esercitare l’attività all’estero 214 laureati, nel 2015 ci sono state 538 richieste di autorizzazioni, quindi più del doppio. E la tendenza è in aumento. 

Per formazione e competenza acquisita gli Anestesisti Rianimatori si occupano anche degli ambulatori di Terapia del Dolore: nei nuovi LEA è prevista l’attività di partoanalgesia senza che vengano individuate le risorse da utilizzare, rimarrà quindi l’ennesima legge italiana non attuabile per assenza di risorse.
Lo sciopero, oltre a denunciare gli insostenibili carichi di lavoro a cui sono sottoposti gli Anestesisti Rianimatori, è anche un appello alla politica ad affrontare e risolvere il problema.

La politica deve assumersi la responsabilità di sbloccare le assunzioni nel settore dell’emergenza come più volte richiesto, settore che è parte fondamentale del SSN. La sanità non è un costo, bensì un investimento per la società! 
A tutto ciò si aggiunge un contratto scaduto ormai da 7 anni e che deve essere urgentemente rivisto anche per quanto riguarda la parte normativa, oggi in netto contrasto con le leggi europee (vedi legge 161 del 30/10/2014). Vergognosa è la proposta di incremento economico, una manciata di euro, da ritenersi irriguardosa, irrispettosa se non mortificante ed offensiva.
E’ un’elemosina. Se tanto vale il servizio pubblico essenziale salvavita per i partiti che sono al Governo, ne prenderemo atto e ci comporteremo di conseguenza, rinunciando alle elemosine e pretendendo rispetto. La scuola italiana di Anestesiologia e Rianimazione gode della stima dei colleghi europei ed è molto apprezzata per le innovazioni proposte. Eppure gli Anestesisti Rianimatori hanno le retribuzioni più basse rispetto ai colleghi europei.

Ci fa piacere ricevere la solidarietà dei nostri colleghi e dei rappresentanti di “Cittadinanza Attiva”.
Abbiamo anche apprezzato il comportamento dell’On. Baldo Gucciardi, Assessore Regionale della Salute della Sicilia che proprio in questi giorni ha comunicato la modifica della retribuzione oraria degli Anestesisti Rianimatori in servizio presso il 118, modifica più volte richiesta. Sebbene inferiore alle attese abbiamo deciso di accettare per restituire agli Anestesisti Rianimatori quello che era stato tolto nel 2006 durante il piano di rientro, e con l’impegno per il prossimo anno di adeguare la retribuzione al valore delle altre regioni italiane.

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