Sette Anestesisti Rianimatori assegnati ai Presidi periferici, il San Carlo di Potenza ancora una volta penalizzato
AAROI-EMAC Basilicata: “Scelta miope della Direzione Generale”
Nella giornata di ieri la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza ha assegnato, senza alcun confronto con i Rappresentanti Sindacali, 7 dei 9 Anestesisti Rianimatori vincitori del recente Concorso ai Presidi periferici, penalizzando di fatto l’Ospedale San Carlo.
A riferirlo è l’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica) Sezione Regionale Basilicata che denuncia “l’assoluta cecità della Direzione Generale del San Carlo nella scelta di potenziare gli Ospedali periferici a danno dell’AOR San Carlo, senza voler trovare una soluzione che rivaluti i plessi Ospedalieri affinché concorrano tutti a potenziare la sanità lucana e diano all’unica Azienda Sanitaria Regionale la possibilità di offrire un servizio qualificato grazie alle Alte Specializzazioni già presenti in Azienda”.
La carenza di Anestesisti Rianimatori nell’AOR San Carlo di Potenza è una emergenza che va avanti da alcuni anni. Il 6 Ottobre 2016 veniva bandito un concorso per 7 Dirigenti Medici Anestesisti Rianimatori. In attesa dell’espletamento del Concorso, nell’Agosto del 2018 è stato pubblicato un Avviso Pubblico per 7 posti a tempo determinato che ha permesso all’Azienda di assumere temporaneamente 7 Anestesisti Rianimatori dei quali 6 presero servizio nella UOC di Anestesia e Rianimazione del San Carlo e 1 nella UOC di Cardioanestesia.
Il 30 Gennaio 2019 sono stati riaperti i termini del Concorso Pubblico che è stato espletato nei mesi di Luglio e Agosto 2019 con la formazione di due graduatorie: 9 idonei specialisti e 10 specializzandi.
Il 24 Settembre la graduatoria costituita dai 9 specialisti vincitori di concorso è stata utilizzata distribuendo 7 unità ai Presidi periferici dell’Azienda, lasciando solo due Anestesisti Rianimatori alla AOR San Carlo di Potenza, uno per ogni Unità Operativa. In questo modo l’UOC di Anestesia e Rianimazione del San Carlo ha perso, dall’oggi al domani, 5 Anestesisti Rianimatori già attualmente in servizio.
“La scelta della Direzione Generale – afferma Francesco Allegrini, Presidente AAROI-EMAC Basilicata, – mortifica le professionalità di Dirigenti Medici all’inizio del loro percorso professionale che avevano scelto di cominciare a lavorare in un DEA di II livello con tutte le specialità chirurgiche in grado di offrire loro anche una importante opportunità di crescita formativa e che, al contrario, si ritrovano a lavorare in piccoli Ospedali periferici con poche attività chirurgiche. Due dei Dirigenti Medici già in servizio al San Carlo a tempo determinato dallo scorso Novembre 2018 si stavano formando presso la UO di Ostetricia e Ginecologia nelle procedure di partoanalgesia e ostetricia, sopperendo alle crescenti necessità di personale della Unità Operariva. Non diversamente è andata per un Dirigente Medico in servizio presso la UOC di Cardioanestesia. Questi Colleghi – sottolinea Allegrini – vedono interrotto il loro percorso per una improvvisa assegnazione in periferia che crea oggettive difficoltà e disservizi nelle UOC interessate”.
L’AAROI-EMAC Basilicata, non consultata dalla Direzione Generale, è ben consapevole delle evidenti criticità esistenti negli Ospedali periferici, ma ritiene che sarebbe stato possibile trovare altre soluzioni nel rispetto dei plessi ospedalieri periferici, senza però penalizzare l’unica Azienda Ospedaliera sede di DEA di 2° livello e di Ostetricia di 3° livello della Regione.
Per questo motivo l’Associazione esprime forte dissenso verso la strategia gestionale della Direzione Generale del San Carlo.
“Avendo a cuore la produttività e professionalità dell’Azienda – conclude Allegrini –, non riteniamo che queste scelte possano in alcun modo migliorare i servizi per i pazienti. Al contrario, spostando 5 unità mediche dalle Sale Operatorie e dalla Rianimazione sono stati creati i presupposti per una grave penalizzazione delle attività chirurgiche e per un’inevitabile difficoltà nel garantire le guardie di urgenza”.
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