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Vergallo, casi meno gravi grazie a consapevolezza

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L´intervista del Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Alessandro Vergallo, all´Ansa sulla situazione della pandemia da COVID-19 in Italia.

(di Manuela Correra) (ANSA) – ROMA, 1 GIU – Ora si arriva prima in ospedale, perchè più consapevoli dei sintomi, ed in caso di necessità si ha un accesso rapido alle terapie intensive che non sono più intasate come a marzo o aprile: anche per questo i casi attuali di Covid-19 si presentano meno gravi rispetto a qualche settimana fa. Ne è convinto Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi), sottolineando come i ricoveri in rianimazione continuino a scendere anche nelle zone più colpite e si sia tornati quasi ad un “livello pre-Covid”.

“Da tutte le Rianimazioni italiane – spiega Vergallo all’ANSA – si segnala una riduzione del numero dei ricoveri e, in generale, i casi sono appunti meno gravi. La spiegazione, secondo la nostra percezione, è che superato il picco epidemico e la fase di piena emergenza si è assistito, ad esempio, ad una maggiore rapidità delle cure a domicilio e anche ad una maggiore precocità degli accessi in ospedale. Le persone, cioè, arrivano da noi prima e dunque presentano una sintomatologia meno grave”. In altri termini, sottolinea, “si arriva in una fase più precoce della malattia e questa potrebbe essere la spiegazione più plausibile al fatto che i casi che vediamo sono meno gravi”.

Quanto alle altre ipotesi avanzate negli ultimi giorni, Vergallo invita comunque alla cautela: “Che il virus posa essere mutato, non posiamo né confermarlo né smentirlo poiché non è stato pubblicato ancora alcuno studio scientifico che lo dimostri”. Rispetto invece alla possibilità che sia diminuita la carica virale cui la popolazione è esposta, “questa ipotesi appare ragionevole – rileva l’esperto – e sarebbe l’effetto positivo delle misure di distanziamento sociale tuttora in atto e dell’uso delle mascherine”. Proprio “la minore carica virale cui la popolazione è esposta per effetto delle misure di cautela in associazione ad un accesso più precoce alle cure e agli ospedali potrebbe dunque condizionare la tipologia di casi attuali, che sono appunto meno gravi”.

Altro tema di discordia è poi il numero di posti in terapia intensiva, ritenuto da alcuni eccessivo in questo momento in cui il bisogno si è ridimensionato. Al contrario, avverte Vergallo, “è necessario mantenere elevato il numero dei posti in rianimazione, come prevede il piano del governo, perchè non sappiamo cosa potrà accadere. Inoltre, andare a smantellare questi posti quando mancano pochi mesi all’arrivo dell’autunno, con la paventata possibilità di una seconda ondata epidemica, sarebbe davvero assurdo”. Insomma, “bisogna continuare a non abbassare la guardia. Per il resto – conclude il presidente Aaroi – molte delle speculazioni degli ultimi giorni mi paiono più dichiarazioni spinte da motivi politici, legati alle riaperture sul territorio nazionale, che da vere motivazioni di tipo scientifico”. 

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