Per i Medici Covid risarcimento e riconoscimento
L'Esperto
Nel testo approvato dal Senato, nel corso della trasformazione in legge del decreto così detto “Rilancio”, è stato incluso un emendamento che estende ai medici, operatori sanitari, farmacisti impegnati nell’emergenza Covid-19 e colpiti da patologie invalidanti o morte quanto previsto dalla legge n. 407/1998 che prevede per il coniuge e i figli superstiti, di poter godere del diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad ogni altra categoria e con preferenza a parità di titoli. E’ un parziale risarcimento dell’impegno profuso dai sanitari in questi mesi di grande difficoltà.
Appare, tuttavia, poca cosa rispetto a quanto dato, anche con la morte, dai tanti medici sacrificatisi. È pur vero che lo Stato, tramite l’Inail, ha anche deciso di riconoscere un risarcimento ai medici, parificando retroattivamente il Covid-19 ad infortunio sul lavoro. Condizione, che come è stato sottolineato da Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, la Cassa previdenziale dei medici, ha, però, previsto, per questa misura risarcitoria, solamente i medici dipendenti non avendo alcun effetto per i liberi professionisti e i parasubordinati. Professionisti che anche loro erano e sono sul fronte a combattere spesso a mani nude una malattia che in gran numero li ha falciati o, nel migliore dei casi li ha spesso resi invalidi. Sarebbe dunque, sottolinea Oliveti, giusto e perequativo riconoscere agli altri sanitari e/o ai loro familiari lo stesso risarcimento previsto per gli assunti. Per quanto attiene all’Enpam, l’istituto previdenziale ha, già il 23 aprile, deliberato di aggiungere fino a 20 anni di anzianità contributiva ai medici e ai dentisti morti a seguito del Covid-19. Una misura che in certi casi potrebbe portare a vedove ed orfani una pensione raddoppiata rispetto a quella effettivamente maturata. L’Enpam ha inoltre avviato anche una revisione delle coperture assicurative per i medici e gli odontoiatri in modo da includere per il futuro situazioni come questa.
Ma accanto a questi doverosi risarcimenti rimane sospeso un atto moralmente da perseguire di riconoscimento dell’abnegazione prodotta dai tanti sanitari deceduti. Si tratta del prevedere l’estensione dei benefici previsti per le vittime del dovere agli operatori sanitari colpiti e/o deceduti in conseguenza del contagio da COVID 19. L´ordinamento stabilisce, infatti, alcune particolari indennità economiche in favore del personale civile e militare dello Stato che abbia riportato lesioni o infermità a causa dell´espletamento del servizio. L´esigenza di una protezione aggiuntiva nei confronti dei militari e delle forze dell´ordine e, anche in generale, dei dipendenti pubblici che siano rimasti invalidi o deceduti a causa di eventi connessi allo svolgimento di specifiche attività ha nel tempo indotto il legislatore a coniare, infatti, la categoria delle “ Vittime del Dovere ” e a riconoscere una serie di vantaggi economici aggiuntivi. Il comma 563 dell’ articolo 1 della legge 266/2005 ha, anche, introdotto la categoria dei cd. equiparati alle vittime del dovere individuando in essi coloro che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative.
Nel corso della trasformazione in legge del D.l n. 18, Cura Italia, alcuni Senatori avevano presentato degli emendamenti finalizzati a questo particolare riconoscimento. Emendamenti che non sono andati a buon fine soprattutto per la necessità della rapida trasformazione in legge dello stesso decreto. Appare ancora possibile ed auspicabile, nel corso della trattazione alla Camera dei Deputati del decreto “Rilancio”, introdurre i sanitari nel novero delle “Vittime del Dovere”, riconoscendo ad essi e a favore dei loro familiari i benefici economi previsti per le altre categorie già incluse nelle normative di settore. Riteniamo che sia un atto di grande sensibilità politica a fronte della devozione e dell’impegno di una categoria che ha sacrificato anche la propria vita per salvare quella di tanti cittadini.
Dr Caludio Testuzza
Espoerto in materia previdenziale
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