Corsi e Ricorsi Storici nei Concorsi del SSN
La risposta dell'AAROI-EMAC al Prof. Giarratano
Giambattista Vico, il pensatore solitario che si pone tra la grande filosofia europea e la tradizione umanistica del Seicento, ai giorni nostri non potrebbe far altro che citare per plagio il Prof. Antonello Giarratano, Professore Ordinario di Anestesia e Rianimazione all’Università di Palermo e Presidente Designato SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), che qualche giorno addietro ha indirizzato una lettera aperta all’Assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, chiedendogli di intervenire per trovare una soluzione al proposito dell’espletamento dei concorsi pubblici per i direttori delle Unità Operative Complesse Ospedaliere.
Ma in realtà, in tal caso di fantasia, il Prof. Giarratano avrebbe buon gioco nel dimostrare che non di plagio si tratta, bensì – in termini traslati – di una sorta di pubblicazione di un abstract relativo ad un esperimento scientifico in cui egli stesso ha voluto far da cavia, essendosi limitato a voler dimostrare, per contestarne le storture, le teorie del Vico sui “corsi e ricorsi storici”, nel caso specifico in riferimento ai concorsi per i Primari Ospedalieri.
Lasciando da parte la filosofia, la lettera del Prof. Giarratano, pubblicata anche su “Repubblica Palermo” del 15 Luglio scorso, afferma che un sistema di arruolamento ospedaliero in particolare per le Strutture Complesse (i vecchi primari), normato sul piano nazionale dai DLgs 483 e 484/1997 e successive integrazioni tendenti alla qualità e al merito, viene troppo spesso esautorato da circolari regionali o addirittura “aziendali”.
La lettera viene indirizzata, per conoscenza, anche alle Organizzazioni Sindacali Nazionali Mediche, tra le quali proprio sull’AAROI-EMAC, presieduta dal sottoscritto, causa un grande impatto, dato che l’esperimento in questione ha riguardato proprio un concorso di una Unità Operativa di esclusivo interesse dei Medici Specialisti in Anestesia e Rianimazione, che l’AAROI-EMAC elettivamente ed in stragrande maggioranza rappresenta a livello nazionale.
Pertanto, al sottoscritto, in qualità di Presidente dell’AAROI-EMAC, corre l’obbligo di dar almeno un riscontro al collega ed amico Prof. Giarratano, al quale immagino non sia sfuggito di aver a sua volta indirettamente chiamato in causa Giuseppe Tommasi di Lampedusa, che nella celebre Opera “Il Gattopardo”, fa dire a Tancredi, il nipote del Principe di Salina: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Rispondo alla domanda diretta rivolta alle OO.SS. dal Prof. Giarratano, il quale chiede: Le normative concorsuali, il rispetto del merito, il riconoscimento dell’esperienza e del servizio e il disagio che si percepisce in questo ambito tra la maggioranza dei Professionisti che tutelate non sono a fondamento dei vostri Statuti?
Sì lo sono, e proprio questo è il vero nodo: nella mia esperienza sindacale gli ostacoli per tale tutela sono sempre stati i più diversi e i più paradossali, tutti comunque accomunati da una sola principale caratteristica: quella di una precisa – in senso lato – “volontà politica” di mantenere ampissimi margini di discrezionalità nell’affidamento degli incarichi, pur camuffata sotto le mentite spoglie di una progressiva “aziendalizzazione” degli Ospedali che in troppi Enti del nostro SSN è rimasta solo sulla carta sotto il profilo dell’efficienza e delle connesse responsabilità, ma che è invece enormemente progredita sul solo piano delle autonomie applicative, ai vari livelli di direzione, delle norme al riguardo.
Ebbene, a prescindere dal caso specifico del concorso svoltosi a Palermo, nel merito del quale non entro, non avendo alcun titolo né alcuna concreta possibilità per farlo, posso e debbo affermare, in linea generale, che la storia stessa, recente e meno recente, delle norme inerenti le nomine a Direttore di Struttura Complessa (il vecchio “Primario”), e non solo, dimostra che le Organizzazioni Sindacali firmatarie di CCNL ben poco hanno potuto fare, per ricondurre concretamente tali norme, anche attraverso le trattative contrattuali, a veri criteri di trasparenza, equità e uniformità regionale (tantomeno nazionale), proprio per la mancanza di una “volontà politica”. Per esser ancora più diretti, ogni tentativo in tal direzione si è scontrato con norme di legge, in particolare nate in epoca brunettiana e a seguire anche in epoche successive, che di fatto hanno stabilito paletti ancor più discrezionali di quelli già preesistenti.
Non si può sottacere, peraltro, sempre mantenendo limitato il significato della presente in un ambito di critica generale inerente le carriere dei medici ospedalieri (e di quelli universitari), il parallelo gattopardismo di cui si sono giovate certe Università, di cui forse il Prof. Giarratano è più al corrente del sottoscritto, in particolar modo considerando certe progressive occupazioni “manu militari” di troppi Primariati Ospedalieri nelle cosiddette “Aziende Miste Ospedaliero-Universitarie”. E, volendo invece lanciare uno sguardo anche sul resto delle progressioni di carriera anche non apicale, sia ospedaliera sia universitaria, i cui percorsi in troppi casi devono passare attraverso certe “porte a cui bussare”, il panorama la cui sconsolante vista egli lamenta si allarga inevitabilmente.
Per concludere, nel caso specifico del concorso di cui al casus belli saranno i diretti interessati ad esporre nelle sedi opportune – eventualmente con il ricorso alle Autorità Competenti – le loro ragioni, naturalmente con la disponibilità del Sindacato a valutare, per quanto ad esso compete, la corretta applicazione delle norme. Ma, qualunque sia l’esito di tali accertamenti, l’invito che mi sento di rivolgere al Prof. Giarratano è il seguente: scoperchiamo insieme, Medici Ospedalieri ed Universitari, “la pentola delle progressioni di carriera”, e facciamone uscire ciò che deve uscirne, proponendo soluzioni che però non possono essere soltanto limitate all’applicazione delle norme in vigore ad oggi, molte delle quali distorte in sè prima ancora che nella loro applicabilità, sperando che i decisori politici cui spetta il governo, a tutti i livelli, del SSN abbiano la volontà di affrontare il problema con la trasparenza e il coraggio che l’operazione di una tale portata richiede.
Dr Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMAC
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