Lettera aperta dell’AAROI-EMAC Toscana
La partita è difficile, siamo in inferiorità numerica e l’allenatore ha le idee confuse
Ci risiamo. La più che prevista seconda ondata della pandemia da Coronavirus è puntualmente iniziata. Non si vuole in questa sede esprimere alcuna considerazione sulle scelte politiche e gestionali degli ultimi mesi in tema di preparazione all’impatto della seconda ondata.
Il punto, per noi, è questo: al pari di numerose altre discipline mediche e delle altre professioni sanitarie, esiste una grande carenza di Medici Anestesisti Rianimatori che, oltretutto, vengono da un periodo che ha messo a dura prova tutti, nel fisico e nel morale.
Volendo fare un’analogia, è come se fossimo ad una partita di calcio in cui la nostra squadra affronta la prima in classifica e, a metà del primo tempo, si ritrova a giocare in 9, senza nessun sostituto in panchina. Nonostante il massimo impegno di tutti i giocatori, la partita si presenta molto difficile.
A fronte dei pochi medici in servizio non si è riusciti ancora a portare a termine nuove assunzioni da un concorso bandito oltre un anno fa (con evidenti difficoltà di gestione burocratica) e che, peraltro, vede la maggior parte dei vincitori in graduatoria già allocati nei vari ospedali. Ai pochi colleghi ancora sul mercato vengono offerte assunzioni immediate a tempo indeterminato da altre regioni che risultano essere, quindi, più attrattive ed efficienti della nostra.
Inoltre, nonostante la grave carenza di organico, nel momento in cui la pressione dei pazienti affetti da Covid-19 sulle strutture sanitarie si fa più pressante, in molti ospedali è stato richiesto il supporto degli Anestesisti Rianimatori perché vadano a coprire turni di guardia in reparti Covid (non Terapie Intensive) in difficoltà.
A tutto questo si aggiunge che, con la fine della prima ondata – senza pensare allo stress, alla stanchezza e alla necessità di recuperare le forze – agli Anestesisti Rianimatori è stato richiesto di riprendere immediatamente tutta l’attività chirurgica, parzialmente sospesa nel periodo di peggiore crisi. Anzi è stato loro richiesto di incrementare tale attività con un numero esagerato di sedute operatorie aggiuntive.
Sorprende che, anche in questo momento, in cui sappiamo con certezza che il contesto sanitario legato alla pandemia sta evolvendo verso una situazione di estrema gravità, forse peggiore di quella vissuta in primavera, si continui ad agire con eccessiva gradualità nel prepararsi ad un’ondata di ricoveri che potrebbe travolgere le strutture ospedaliere, soprattutto nell’ultima linea difensiva che sono le Terapie Intensive.
Nonostante gli Anestesisti-Rianimatori stiano aprendo posti letto intensivi Covid e stiano mantenendo numerosi altri posti letto intensivi No-Covid all’interno della stessa struttura, sembra che la preoccupazione principale di politici ed amministratori sia quella di non ridurre alcuna altra attività sanitaria (vedi tutti gli interventi chirurgici). Il risultato è che il personale è costretto ad un super-lavoro, non ha adeguati riposi ed è nuovamente sottoposto ad uno stress lavorativo estenuante, già vissuto in passato.
A nostro avviso, attraverso procedure meno farraginose e più snelle, dobbiamo recuperare ed assumere i pochi specialisti ancora a disposizione e, eventualmente, essere attrattivi nei confronti di specialisti disponibili in altre regioni; non possiamo permetterci di supportare con turni aggiuntivi le attività di altri reparti, anche perché non siamo equipollenti o affini con altre specialità; dobbiamo da subito ridurre le attività ordinarie e concentrarci su come affrontare al meglio la pressione della pandemia sui letti intensivi, dedicando altre e diverse strutture ospedaliere alla gestione e alla cura di tutte le altre patologie no-Covid.
Tornando alla metafora calcistica, siamo in inferiorità numerica, in panchina vi è solo un allenatore con le idee un po’ confuse e la partita è ancora quasi tutta da giocare. I giocatori sono stanchi, consapevoli delle difficoltà ma determinati a portare a casa il risultato. Come sempre il pubblico, con il suo comportamento, può essere quel giocatore in più che spesso cambia l’esito dell’incontro: è quindi fondamentale che tutti siano consapevoli che è in gioco la salute e spesso la vita di moltissime persone. Il rispetto delle regole è fondamentale ma, di più, un dovere.
Ai politici e agli amministratori l’invito a concentrarsi sulle priorità senza rincorrere a tutti i costi la ricerca del consenso, investendo tutte le risorse necessarie per non ritrovarsi impreparati come in primavera.
Il Consiglio regionale AAROI-EMAC Toscana
Il Presidente Luigi de Simone
Il Consigliere provinciale di Firenze Mauro Cavuta
Il Consigliere provinciale di Firenze Paolo Fontanari
Il Consigliere provinciale di Firenze Paolo Rufini
Il Consigliere provinciale di Firenze Elena Valeri
Il Consigliere provinciale di Grosseto Mario Iovine
Il Consigliere provinciale di Livorno Silvio Zuccotti
Il Consigliere provinciale di Lucca Michele Martini
Il Consigliere provinciale di Pisa Francesca Montanari
Il Consigliere provinciale di Pisa Dino Di Pasquale
Il Consigliere provinciale di Pistoia Fabio Cricelli
Il Consigliere provinciale di Prato Rodolfo Cambi
Il Consigliere provinciale di Siena Cristina Cerone
Il Consigliere provinciale di Siena Cesare Vittori
Il Consigliere provinciale di Massa Carrara Giuseppina Rombo
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