“Terapie intensive in affanno”, il Presidente AAROI-EMAC all’AdnKronos
«Sotto il profilo delle rianimazioni siamo davvero in affanno, se guardiamo la tendenza della curva il rialzo dei ricoveri è preoccupante. Se ci ostiniamo a prendere come indice principale la saturazione delle terapia intensive significa guardare solo l’ultima spiaggia e così è tardi per intervenire. Questo mese sarà decisivo non c’è più tempo da perdere, se occorre un lockdown che si faccia ma ora».
«Il sistema a colori non funziona più con questi numeri. Questo è evidente nel momento in cui consideriamo che il sistema poteva funzionare quando non c’era un’ampia diffusione sul territorio e allora aveva un senso la compartimentazione a colori delle Regioni, ma con i focolai parcellizzati queste aree si allargano sempre di più e così anche le zone dove vanno messe delle restrizioni. Se la diffusione aumenta è chiaro che si dovrà pensare ad un lockdown nazionale che avremmo davvero voluto evitare. La politica, sentiti i vari specialisti ed esperti, deve arrivare subito a prendere una decisione non sui dati attuali ma sulle proiezione delle prossime settimane che non sono per niente positive».
«Se dovessimo fare una previsione a spanne confrontando i due periodi pandemici la diffusione durante la prima ondata era stata a ritmi esponenziali perché il virus non si conosceva e in 40 gironi siamo passati da una situazione preoccupante delle terapie intensive ad una insostenibile. Oggi questo tempo verrebbe dilatato tuttavia la situazione è già critica, l’indice del 30% delle rianimazioni occupate che non dovrebbe essere superato, se guardiamo oggi ai letti reali nelle terapie intensive, è già superato. Se poi prendiamo in considerazione i posti convertibili guadagniamo qualcosa ma non più di qualche settimana».
Le testate che hanno ripreso l’AdnKronos Salute:
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