Scuole chiuse anche per i figli degli operatori sanitari: la retromarcia non ci è piaciuta
Caro Governo Draghi,
questa retromarcia non ci è affatto piaciuta.
L’AAROI-EMAC ha sempre sostenuto la pericolosità delle riaperture scolastiche adottate in assenza di adeguato screening precoce dei contagi tra la popolazione in età scolare, contestando sia la metodologia di screening e di tracing solo in presenza di sintomi riferibili a Covid-19, sia i poteri miracolosi anti-contagio dei banchi a rotelle tanto decantati dall’oggi ex Ministra dell’Istruzione Azzolina.
La nostra Associazione contestò anche, all’epoca, l’oggi ex Ministra dei Trasporti De Micheli quando sostenne la “sicurezza dei trasporti pubblici con 5 persone per metro quadro negli autobus”, che perlomeno per le fasce adolescenziali dell’età scolare non ci sembrava affatto garantita in relazione alle riaperture delle scuole.E quindi non contestiamo, nelle sue linee generali, la congruità di tale decisione.
Eppure, qualche considerazione tocca farla sul “tempismo” dimostrato dal Nuovo Governo Draghi, proprio in occasione della “Festa della Donna” nel far marcia indietro rispetto ad un pur fumoso precedente richiamo del Dicastero Istruzione a considerare le situazioni dei figli dei cosiddetti “KeyWorkers” (tra cui, crediamo primi in assoluto, siano i Medici Ospedalieri, sia Donne che Uomini, che l’AAROI-EMAC rappresenta) favorendone nei limiti del possibile la scolarità in presenza.Per brevità, ne faccio qui una sola, che abbia il chiaro intento di una serena provocazione: che cosa accadrebbe se tutte le Colleghe Anestesiste Rianimatrici (oltre il 60% dei Medici AR) con figli in età scolare, le quali da oltre un anno si sobbarcano più che mai turni h24 moltiplicati dall’esigenza di salvare vite, alle quali vengono meno ferie, riposi, permessi vari, chiedessero la trasformazione del loro rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time per potersi prender almeno un po’ cura anche degli impegni familiari correlati ai propri figli, oltre che di quelli professionali che mettono al servizio della Popolazione?
Semplice: una tale richiesta non verrebbe nemmeno presa in considerazione, al contrario di quella di altre Lavoratrici, il cui lavoro (pur con tutto il rispetto per tutti i lavori) si è ridotto (purtroppo) a causa della Pandemia. Alle nostre Colleghe verrebbe negato ciò che ad altre Lavoratrici sarebbe invece concesso di corsa (non foss’altro anche per il risparmio del costo del loro lavoro connesso al part-time).
Non abbiamo “la soluzione in tasca” per le Lavoratrici nostre Colleghe di turno h24 nelle nostre Rianimazioni che dopo oltre un anno non sanno come occuparsi dei propri figli piccoli, e alle quali toccherà (purtroppo per tutta la popolazione italiana) ancora un lungo periodo di super-lavoro, ma riteniamo che una soluzione la quale ai tempi del Covid-19 favorisse la miglior conciliazione possibile dei tempi e degli impegni casa-lavoro di chi cura i Pazienti colpiti dal Covid-19 (vale a dire per quelle nostre Colleghe le quali ne abbiano stretta necessità) occorresse trovarla prima di questa retromarcia governativa, che ci appare presa senza alcuna considerazione per quegli “EROI” (in gran parte Donne) dei quali fino a ieri in troppi tra i tanti che hanno usato questa parola si sono riempiti la bocca per tacitarsi la coscienza, casomai ne avessero una.
Tengo a precisare che seppur statisticamente il problema della CONCILIAZIONE tra VITA PRIVATA e LAVORO investe soprattutto le Colleghe Donne, anche i Colleghi Uomini non ne sono esenti, e quindi tutto il precedente ragionamento vale anche per quei nostri Colleghi i quali per un motivo o per un altro si trovano anch’essi nelle stesse difficoltà delle nostre Colleghe di cui all’argomento.
Non si tratta di discriminare tra “Lavoratori di Serie A e di Serie B”.E’ esattamente il contrario: si tratta di ammettere che esistono LAVORATORI i cui TURNI e i cui RITMI di LAVORO sono effettivamente USURANTI, anche se (ed in certi casi a maggior ragione) non sono considerati tali dalle normative di legge in materia, che proprio per questo li discriminano, ignorandoli.La Politica inizi a rendersene conto, o – Covid-19 o meno – saremo costretti a richiamare l’attenzione su di noi anche con azioni di protesta sindacale più incisive di quanto non sia una pacata comunicazione come questa.
Dr Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMAC
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