Perché nelle Marche le terapie intensive sono al collasso
Le dichiarazioni del Dr Marco Chiarello, Presidente AAROI-EMAC Marche, intervistato da FanPage.it per fare il punto della situazione in regione.
“Chi aveva la responsabilità di prendere decisioni e imporre restrizioni per limitare la diffusione del virus ha temporeggiato troppo a lungo soprattutto a livello nazionale: non è stato evidentemente compreso il messaggio che ci stava arrivando dal Regno Unito, dove la più alta capacità di contagio della variante B.1.1.7 ha portato all’inizio di gennaio a un picco di quasi 70mila casi. In Italia siamo stati a guardare e a lungo non abbiamo chiuso nulla. Ora ne paghiamo le conseguenze e nelle Marche la situazione è particolarmente grave“.
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“A Pesaro ci sono 40 ricoverati in terapia intensiva, altri 40 al Torrette di Ancona, poi 16 a Jesi, 14 a Fermo, 14 a San Benedetto del Tronto e 28 al Covid Center di Civitanova Marche. A metà febbraio superavamo già il 30% di occupazione delle terapie intensive ed avevamo 78/80 pazienti intubati, poi siamo passati a 98, 111 e arrivati a 157, con il tasso di occupazione dei reparti di terapie intensiva più alto d’Italia. Per fortuna stiamo tenendo perché negli ultimi nove mesi è stata aumentata la disponibilità dei posti letto”.
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