Emergenza-Urgenza: la lettera del Presidente Nazionale AAROI-EMAC a Quotidiano Sanità
La lettera del Presidente nazionale AAROI-EMAC al Direttore di Quotidiano Sanità: https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=115460
Gentile Direttore,
il Presidente Fnomceo Anelli si spende ormai senza parsimonia sulle iniziative di SIS118 (che a dispetto del nome, anche per numero di Soci, non ci pare affatto né l’unica né la principale rappresentanza dei Professionisti dell’Emergenza-Urgenza) contro un Sistema118 come invece lo vogliamo noi (per noi esso è in stretta correlazione con il Sistema Ospedaliero, di cui rappresenta l’emanazione sul territorio). E se dalla sua denominazione occorre partire, noi ci battiamo (e continueremo a farlo) affinché esso sia non solo appropriatamente qualificato come “Sistema di Emergenza Urgenza PreOspedaliero”, in quanto finalizzato ad anticipare diagnosi e cure ospedaliere non certo alla portata della medicina di famiglia, ma anche e soprattutto quanto più possibile libero, finalmente, da quel ruolo snaturato di succedaneo della continuità assistenziale, a sua volta succedanea della medicina di famiglia nelle ore da essa lasciate scoperte.
Tutta questa passione per l’emergenza sanitaria, ormai divenuta una crociata di Anelli, è evidente da ultimo anche da un Comunicato Stampa che appare sul sito web della Fnomceo, al link.
Continuiamo a prenderne atto, e ne restiamo basiti per le sue continue confusioni tra il ruolo di un Presidente Fnomceo ed i suoi trascorsi anche sindacali nella medicina di famiglia, nei quali Anelli ha ricoperto ruoli direttivi anche per diverso tempo dopo aver assunto tale carica federativa di vertice ordinistico.
Ricordiamo ad Anelli che il Presidente Fnomceo, qual che sia il suo background professionale, deve rappresentare tutti i medici, non solo quelli dalle cui fila proviene.
A meno che non intenda tale background come viatico anche per tale massima carica ordinistica.
Ma in tal caso abbia almeno la coerenza di confermare tale intendimento, qualora non fosse in grado di smentirlo chiaramente ed inequivocabilmente un volta per tutte senza poi ritornarvi nel solco, con i fatti e con le parole che istituzionalmente in tale carica deve porre in opera in rappresentanza di tutti i medici, anche quelli ospedalieri, e per quel che interessa l’AAROI-EMAC anche gli Anestesisti Rianimatori e i MEU.
«Sosteniamo le ragioni dei colleghi della SIS118 – fa sapere Anelli – colleghi sempre in prima linea, pronti a soccorrere i cittadini quando e dove ne hanno bisogno, vicini ai pazienti nei momenti più drammatici, quando la qualità e la tempestività dell’assistenza possono fare la differenza, salvare la vita…»
Ecco, appunto. Tutte le volte che il Servizio118 deve assolvere a questi compiti deve farlo con professionalità, competenze, skills tipiche della Medicina Ospedaliera, senza diventare la foglia di fico per una Medicina di Base assente o quantomeno carente, come spesso invece avviene allorquando tale Servizio118, chiamato ad intervenire del tutto inappropriatamente, vicaria la continuità assistenziale per necessità sanitarie che con le emergenze nulla hanno a che fare, quando addirittura non diventa un “servizio taxi”. Del resto, più il Servizio118 viene snaturato per sopperire alle non-emergenze, più è difficile risolvere l’errata percezione popolare che talvolta purtroppo ne può derivare, come dimostrano continuamente anche fatti eclatanti che giungono alla ribalta mediatica.
SIS118 dice di volere «una rivalutazione legislativa nazionale del Sistema di Emergenza Territoriale 118 che assicuri alla cittadinanza tutta standard omogenei di eccellenza del soccorso in emergenza in tutte le Regioni e che, nel contempo, valorizzi (invece di mortificarle) l’importanza e la dignità professionale di noi tutti Operatori del Sistema: medici, infermieri, autisti-soccorritori».
Ma a quanto pare in questa visione “territoriale” si vagheggia di tale eccellenza ritenendo che essa possa essere garantita da medici raccolti dalle graduatorie della Medicina di famiglia, coadiuvati da Infermieri che pur provenienti dai Reparti Ospedalieri devono restare privi di ogni autonomia professionale (coadiuvati è un eufemismo, perché senza questi infermieri sono pochi tali medici in grado di gestire le vere emergenze), pur avendo tali Infermieri competenze in emergenza (sempre nel rispetto dei ruoli) che nulla hanno da invidiare a quelle di quei medici i quali per il solo fatto di essere inseriti nelle graduatorie della Medicina di famiglia e per aver superato un corsetto di poche decine di ore di “emergenza” basterebbero a qualificare un mezzo di soccorso come “avanzato”.
E senza i quali Infermieri gran parte di quei medici non saprebbe nemmeno da che parte iniziare un “soccorso sanitario avanzato”.
Ma Anelli normalmente va anche oltre tali convinzioni ormai fatte sue, di recente anche con alcune affermazioni davvero imbarazzanti in occasione di un evento svoltosi a Trani il 25 maggio u. s., di cui uno stralcio è al link a fronte delle quali affermazioni è stato davvero difficile trattenere le risa: «Il Medico di Emergenza Territoriale è una figura peculiare … un INTERNISTA che si occupa delle emergenze … una figura ben diversa dal Medico del Pronto Soccorso … che ha bisogno di mettersi insieme con i medici di famiglia … se le due figure stessero insieme nelle case di comunità … si sgraverebbero i Pronto Soccorso, ai quali il cittadino andrebbe solo in caso di grave emergenza o di necessità di approfondimento diagnostico».
Bingo! Complimenti al Presidente Anelli! Per il quale il MET (Medico di Emergenza Territoriale) è un professionista del tutto estraneo alle specializzazioni ospedaliere in Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore (ARTID) e in Medicina d’Emergenza Urgenza (MEU), pur avendo la specializzazione ARTID fatto nascere il Servizio118 decenni addietro, e pur costituendo la specializzazione MEU il naturale sbocco professionale, insieme al Pronto Soccorso, della formazione che offre (o meglio che dovrebbe offrire in tutte le sedi universitarie, anche in quelle laddove la corsia preferenziale di sbocco professionale sono le Medicine di varia denominazione ma di comune matrice internistica).
Sia sempre chiaro che per noi non sono certo da emarginarsi, nel Sistema di Emergenza Pre-Ospedaliero, i MET che in tale ambito professionale hanno svolto e svolgono con impegno un lavoro estremamente gravoso e delicato, anche quelli che eventualmente vi hanno trovato uno sbocco professionale che all’indomani della laurea in medicina è stato l’unico o il primo possibile. Purché una seria riforma di tale Sistema ne preveda una reale valorizzazione attraverso un razionale inquadramento lavorativo che – solo per citare un paio di aspetti – da un lato ne assicuri una adeguata formazione di tipo ospedaliero, l’unica che davvero può formare per l’emergenza-urgenza, dall’altro li includa in un dignitoso contratto di lavoro dipendente pubblico, e non privato come di recente invece escogitato in Puglia, o restando nel limbo di una graduatoria di fatto afferente alla medicina di famiglia finché non si liberi un posto da MMG titolare.
Continuiamo a prender atto anche di queste ormai tanto radicate quanto per noi errate convinzioni, sempre tenendo conto del fatto che per alcuni di essi la “convenzione” è solo un modo per sentirsi “liberi professionisti”, con tutto quanto ne consegue quanto alla possibilità di intervallare l’emergenza-urgenza con attività mediche del tutto private e molto poco ad essa attinenti, ma sentendosi anche garantiti quanto ad un posto di fatto “fisso”.
Da Anelli e da SIS118, peraltro, mai nessuna menzione sugli Anestesisti Rianimatori, veri e propri pionieri del Servizio118 (dal quale per lui sono sempre stati esclusi, ad iniziare dalla sua Puglia), ma solo alcune altre affermazioni tra le quali: «siete bravissimi anche voi ad intubare», rivolte da Anelli a Trani ad uditori ai quali al suo posto avremmo chiesto, prima di dirla così assertivamente, nemmeno a quanti pazienti, in emergenza o meno, al confronto di noi AR, essi avessero posizionato un tubo tracheale, ma almeno quale formazione e quali skills avessero sul controllo delle vie aeree.
Dr Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMAC
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