COSMED – Manovra 2024: inaccettabile attacco alle pensioni future di dipendenti di sanità ed enti locali
LA BOZZA DELLA LEGGE DI BILANCIO TAGLIA I RENDIMENTI DELLA PARTE RETRIBUTIVA. MANOMESSO IL CALCOLO E IL VALORE DEI RISCATTI VERSATI. SI ERODONO IL CAPITALE E I RISPARMI MATURATI DA PARTE DEI CONTRIBUENTI. NECESSARIA UN’AMPIA E UNITARIA MOBILITAZIONE.
La bozza di legge di bilancio in circolazione reca all’articolo 34 la riproposizione di un provvedimento già annunciato e poi ritirato nella legge di bilancio dello scorso anno: il taglio dei rendimenti della parte retributiva delle pensioni in particolare dei dipendenti della sanità (CPS) e degli Enti locali (CPDL). Le pensioni non sono un regalo per i dipendenti in generale e per i dipendenti pubblici: tutti i contributi sia di parte datoriale e a carico dei dipendenti vengono da sempre sottratti dalle risorse contrattuali. In particolare gli aumenti contrattuali vengono decurtati del 37% per alimentare gli accantonamenti previdenziali, inoltre il 33% delle retribuzioni viene destinato per la pensione futura. Semmai sono gli evasori che beneficiano di pensioni non sostenute dalla contribuzione.
Tagliare i rendimenti significa manomettere le regole e in particolare non rispettare le condizioni di rendimento previste per coloro che hanno riscattato i periodi di studio sulla base di una tabella di rendimento che adesso non si vuole più rispettare. Sarebbe come se dopo aver acquistato un titolo di Stato con un determinato tasso di rendimento fisso, in corso d’opera venisse ridotto. Uno Stato e un governo credibile e responsabile non lo può fare. Tutto ciò è inaudito e fonte di un infinito contenzioso. I risparmi sono irrilevanti e vanno a colpire il pubblico impiego che contribuisce con le aliquote massime e senza evasione fiscale. Il sistema previdenziale perderebbe di credibilità favorendo l’esodo dei dipendenti pubblici alla prima data disponibile. L’istituto del riscatto, fonte di entrata immediata, sarebbe fortemente penalizzato.
E’ questa l’annunciata attenzione ai lavoratori della sanità? Una manovra iniqua che non può che produrre danni all’intero sistema. Inoltre si anticipa di due anni la ripresa dell’indicizzazione all’aspettativa di vita per le pensioni: dalla promessa di un anticipo si passa al posticipo. Non è chiaro se il taglio della quota retributiva proporzionale alla differenza tra i coefficienti di trasformazione previsti per la pensione di vecchiaia e quelli dell’età del pensionato nonché l’allungamento delle finestre riguarda solo i pensionandi con quota 100 e quote successivi o la generalità delle pensioni anticipate.
Tagliate in modo feroce oltre la misura della precedente legge di bilancio anche le rivalutazioni delle pensioni al tasso di inflazione sopra 4 volte al minimo, in deroga alla legge vigente con rivalutazione al 22% delle pensioni oltre 10 volte il minimo lordo. Invitiamo tutte le forze sindacali ad una mobilitazione unitaria per sventare questa ennesima discriminazione dei dipendenti pubblici.
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