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L’intervista del Presidente Nazionale a La Repubblica

Il Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Alessandro Vergallo, in un’intervista a La Repubblica ha sottolineato – al di là del caso specifico relativo alla morte di Margaret Spada – i principi di prudenza, rimarcandone l’importanza per la sicurezza, che si devono seguire in base alle indicazioni scientifiche anche per interventi di chirurgia estetica, ritenuti banali.

Di seguito l’intervista:
“Eseguire un intervento di chirurgia estetica al naso, area contigua alle vie aeree, senza assicurarsi che la paziente si presenti digiuna all’appuntamento in sala operatoria, è una responsabilità grave”. Alessandro Vergallo, presidente dell’Aaroi (Associazione anestesisti e rianimatori ospedalieri italiani), commenta così una delle ipotesi sulla morte di Margaret Spada, la ventiduenne arrivata a Roma per un’operazione di Chirurgia plastica e che a Lentini, cittadina in provincia di Siracusa, non è più tornata da viva.

“Ogni insidia alla respirazione – spiega – va valutato con oculatezza: prima dell’intervento, mangiare, sia pure un toast, espone i pazienti al rischio del rigetto del cibo che, finendo nelle vie aeree, compromette la funzionalità dell’apparato cardiorespiratorio e crea un effetto domino su altri organi”.

“Comunque – argomenta – di fronte a ogni complicanza, l’intervento tempestivo di un anestesista-rianimatore, avrebbe potuto scongiurare la tragedia”. “È sbagliato – avverte Vergallo – affidarsi ai social network per scegliere un centro dove sottoporsi a un’operazione chirurgica, fosse questa anche a invasività minima”. 

Dottor Vergallo, può avanzare delle ipotesi?
“Sì, ma sono varie, dallo shock anafilattico all’emorragia, dall’aritmia cardiaca al blocco respiratorio o all’effetto combinato da più fattori: saranno accertate dagli esami dell’autopsia; qui basti dire che ogni intervento, per quanto semplice, non è esente da rischi; per ciò occorre affidarsi a centri attrezzati con macchinari adeguati e forti di personale qualificato”.

Per la giovane sono venute meno le regole di una buona pratica clinica?
“Come potrei affermarlo non conoscendo lo svolgimento dei fatti e, in particolare, la documentazione riguardante l’intervento? Per ciò non possiamo che aspettare la conclusione delle indagini della magistratura sulle cause del decesso; posso, però, affermare senza alcun dubbio, a tutela dei pazienti e degli stessi colleghi, che, anche per interventi di chirurgia estetica, ritenuti banali dai più, non si può derogare dalle linee guida internazionali e dai criteri di sicurezza raccomandati dalle società scientifiche delle specialità mediche; in altre parole, bisogna sempre partire da un’accurata visita che, prima dell’operazione, sia eseguita vis à vis, non affidata a un consulto online, perché si tratta di valutare, caso per caso e con elevato grado i di attendibilità, il rischio chirurgico, mai pari allo zero, che con un inquadramento clinico corretto, può essere ridotto ai minimi termini e, soprattutto, governato in caso di complicazioni”.

Questa prassi, però, di rado viene rispettata da alcuni centri…
“Già, ed è proprio questo il primo vulnus che potrebbe aver determinato una catena di eventi concatenati, precipitati, poi, nell’irreparabile”.

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