Linee guida gettonisti: l’apprezzamento dell’AAROI-EMAC
Confermiamo il nostro convinto apprezzamento per l’iniziativa del Ministero della salute, di cui parlano i media in queste ore, che con il decreto 17 giugno 2024 emanato in applicazione dell’art. 10 del decreto-legge 30 marzo 2023 n. 34 (decreto bollette) ha stabilito le linee guida per limitare il ricorso a medici e infermieri gettonisti degli Ospedali Pubblici, intervenendo sia sul versante dei loro requisiti professionali minimi, sia su quello della spesa pubblica. È un passo importante che finalmente è stato adottato su scala nazionale, sulla falsariga di una delibera della Giunta Regionale Lombardia di qualche tempo prima, e che evidentemente si prefigge di arginare non solo questo fenomeno, ma anche – soprattutto – lo sperpero di denaro pubblico a favore del lucro privato plurimilionario che le cosiddette cooperative ottengono ogni anno grazie agli appalti per la fornitura di prestazioni che di libero professionale per i sanitari che esse gestiscono, per la natura stessa di tali appalti, hanno solo la facciata.
Il decreto bollette stesso, peraltro, ha di per sé introdotto altre misure dirette ad incentivare il lavoro dei medici nel pubblico impiego, tra cui l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive, l’anticipo dell’indennità nei servizi di emergenze-urgenza, l’allargamento delle maglie dei concorsi per l’assunzione di medici nei Pronto Soccorso, e la possibilità di incarichi libero-professionali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri fino a 8 ore settimanali per i medici in formazione specialistica.
Poi è intervenuto, per noi altrettanto apprezzabilmente nelle more delle nuove assunzioni di medici per ripianare le note carenze di personale negli Ospedali Pubblici, il decreto-legge 7 giugno 2024 n. 73 (decreto liste d’attesa), che ha introdotto la flat tax per le prestazioni aggiuntive.
Tutto ciò dimostra che il Ministro Schillaci sta finora operando, nei limiti delle possibilità del suo Dicastero, in modo coerente con la volontà, sempre dichiarata, di rilanciare il pubblico impiego nella Sanità italiana, che con tali iniziative legiferative, e non solo, si è dimostra concreta.
Che cosa manca ancora per questo percorso? Un piano di assunzioni di nuovo personale in relazione alle esigenze di poter garantire alla popolazione le prestazioni sanitarie per le quali si generano lunghe liste d’attesa a causa delle carenze di professionisti pubblici dipendenti, e – non da ultimo – stanziamenti di più risorse economiche extracontrattuali da mettere subito nelle loro buste paga, aumentandone la massa salariale anche in vista del prossimo rinnovo del CCNL, rispetto a quelle che prevede l’ultima bozza della Legge di Bilancio.
Due obiettivi in favore dei quali ci auguriamo che il Ministro possa ancora aver margine di stimolare il Governo a predisporre gli opportuni emendamenti alla Manovra.
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