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Se non si rinnovano con risorse adeguate i contratti del personale, il Servizio Sanitario sarà una scatola sempre più vuota

Il progressivo svuotamento di personale, che rende il SSN Pubblico sempre più povero di professionisti e sempre meno in grado di erogare salute alla popolazione, è noto a tutti, ma Governo e Regioni fanno finta di nulla, mentre crescono i profitti della Sanità Privata, a caro prezzo di chi deve pagarsi le cure oltre le tasse. Lo afferma l’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari composta da Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, FVM Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari, Uil Fpl Medici. 

Il contratto del triennio 2022/2024 dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari non è mai nato ma è scaduto a dicembre; senza che siano mai nemmeno iniziate le trattative per la sua stipula. Il contratto ancora vigente è quello del triennio 2019-2021. Questa incoerenza non è un imprevisto, ma il contratto dei tre anni passati ancora non compare nell’agenda del Governo e delle Regioni, che non ne hanno ancora licenziato l’atto d’indirizzo. 

Questo la dice tutta sulla tempestività della risposta politica alle esigenze del SSN e dei suoi utenti, mentre le risorse stanziate per gli aumenti sono ancora una volta assolutamente inadeguate (+5,78%) rispetto all’inflazione che nel triennio ha svalutato gli stipendi (-16,5%). 

A queste condizioni il lavoro nel SSN è e resta fortemente disincentivato. I cittadini devono essere informati del fatto che i nostri obiettivi di adeguare da subito le retribuzioni all’inflazione, migliorare le condizioni di lavoro, consolidare le possibilità di carriera e conciliare i tempi di vita lavoro di medici e sanitari, sono in coerenza con quanto atteso dall’utenza che rivendica assistenza adeguata, clima di lavoro consono con la fragilità delle persone malate, attenzione alla soggettività dei pazienti che non possono essere considerati “output aziendali” da smaltire, rispetto verso una popolazione sfiduciata che è esasperata dagli inevitabili disservizi causati dalla mancanza di una reale volontà politica di investire sul sistema e sui professionisti, a danno dei quali diventa sempre più spesso aggressione fisica. 

È necessario mettere bene a fuoco le criticità della vertenza, che richiede unità e determinazione per avviare al più presto la contrattazione, e che deve impegnare Governo e Regioni a trovare risorse extra contrattuali che riconoscano concretamente la specificità delle lavoratrici e dei lavoratori del SSN (h24-365gg anno-liste d’attesa). 

Non accetteremo condizioni peggiorative, soprattutto sui temi che riguardano gli incarichi, l’orario di lavoro e le relazioni sindacali, faticosamente migliorate nel contratto 2019/2021. 

Il Governo e il Parlamento hanno approvato nella legge di bilancio un modesto incremento dell’Indennità di specificità medico-veterinaria e sanitaria che, peraltro, ha sperequato i dirigenti sanitari. Ci aspettiamo che ci sia a breve il promesso intervento correttivo col quale siano stanziate le risorse per riequilibrare l’incremento dell’indennità di specificità sanitaria. 

Crediamo sia necessario che, data la carenza di risorse per il rinnovo contrattuale, le risorse stanziate dalla legge di bilancio per incrementare le indennità di specificità vengano rese erogabili già in questo anno con il contratto 2022-24, anticipando e implementando per via extra contrattuale legislativa quelle già finanziate dal 2026. 

La partita in gioco è molto delicata e le tensioni in atto possono solo inasprire le relazioni sindacali. Governo e Regioni devono trovare soluzioni responsabili. 

Se non si rinnovano i contratti della sanità pubblica a condizioni adeguate il Servizio Sanitario Nazionale si svuoterà delle professionalità necessarie e sarà chiaro a tutti che il disegno sotteso è quello di riportare indietro di 50 anni il nostro welfare, le conquiste sociali che hanno protetto le fasce più fragili della società, la speranza di vita guadagnata con la salute pubblica e l’applicazione del dettato costituzionale. 

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