Allarme in Veneto. Incertezza sulle retribuzioni per le prestazioni aggiuntive
I buoni risultati della sanità del Veneto sono il frutto dei grandi sforzi e dello spirito di sacrificio del personale che non gode in molte realtà locali dei previsti emolumenti e nemmeno della detassazione per le prestazioni aggiuntive garantita con decreto-legge dal Governo.
La situazione è allarmante e si protrae da qualche mese. Per esporre le problematiche e le nostre proposte abbiamo chiesto già ad ottobre 2024 di essere ricevuti dall’Assessore alla Salute e ai Servizi sociali, ricevendo risposta solo a gennaio 2025, ma per motivi contingenti l’incontro non è ancora avvenuto. Chiediamo di essere ascoltati per ottenere un intervento per risolvere le criticità che abbiamo rilevato.
Mancata detassazione, mancata applicazione o applicazione parziale dell’aumento dei compensi pattuita con la Regione per motivi non del tutto chiari, mancato raggiungimento degli accordi decentrati sull’orario di lavoro, mancata retribuzione degli acquisti di prestazione.
Una situazione esplosiva che fa riflettere sul coordinamento di una Regione che, prima in Italia trova buoni accordi a livello regionale con i sindacati dei dirigenti medici, lo riconosciamo, ma che soffre sulla applicazione locale degli stessi, dimostrando una ridotta influenza sulle strutture aziendali periferiche che sono apparentemente prive di fondi sufficienti per lo sforzo produttivo richiesto.
Non è possibile che i medici non vengano pagati per mesi per le prestazioni aggiuntive o che non vengano informati per tempo di quali emolumenti e di quale tassazione godranno, o peggio, nemmeno se le prestazioni programmate siano coperte finanziariamente.
I nostri rappresentanti riferiscono che ad esempio nella ULSS 2 le prestazioni aggiuntive vengono pagate solo l’80% del massimo possibile concordato con la Regione. Alla ULSS 5 si attende da molti mesi il pagamento di prestazioni effettuate e mai remunerate in attesa di un ipotetico accordo che vorrebbe il pagamento di prestazioni aggiuntive con fondi destinati alla ben diversa retribuzione di risultato. Nella ULSS 7 le prestazioni aggiuntive non sono state detassate e anche qui vengono pagate all’80% della tariffa massima concordata in Regione nell’ultima parte dell’anno 2024.
Situazione gravissima, indubbiamente sottovalutata dalla Regione e che necessita di un intervento immediato. Frutto di una sanità che dichiara i suoi record, ma non svela come questi vengono raggiunti, con ferie arretrate, retribuzione di risultato a rischio, prestazioni aggiuntive non pagate, non detassate o non pagate alla tariffa massima possibile, trattative decentrate a rilento, contratti nazionali scaduti e risorse non sufficienti a colmare l’effetto inflattivo.
Molti si chiedono se siano solo i dipendenti a dover affrontare questi problemi. Senza gli adeguati stanziamenti, senza adeguate retribuzioni, senza una regolarità e uniformità delle retribuzioni si crea malessere lavorativo, che si aggiunge alla mancanza di tempo per la vita personale, alla mancanza di ferie, allo stress della violenza sui sanitari, ai problemi legali. Non da ultimo pesa la mancanza di informazione su quanto e quando si verrà pagati. Il disagio e la disaffezione del personale sono il motivo principale delle dimissioni dei sanitari che, in aggiunta alla carenza di specialisti, ha portato al reimpiego dei pensionati e all’esplosione del fenomeno dei gettonisti con i relativi esorbitanti costi. Tutto questo non ha insegnato nulla?
Dr Massimiliano Dalsasso
Presidente AAROI-EMAC Veneto
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